ARCICONFRATERNITA DEL SS. SACRAMENTO

Dell' esistenza dell' Arciconfraternita del SS. Sacramento, votata al culto eucaristico, ne era ed è tuttora testimone una lapide risalente al 1494 esistente in Cattedrale (ora nella chiesa di S. Andrea) che presenta scolpito un calice con ostia e due agnelli in adorazione con la dizione "Ave Corpus Domini".
Inoltre, la sua cappella era stata eretta con le elemosine dei fedeli; ciò per perpetuare il culto per l' Ostia Viva.
Altre attestazioni della sua esistenza provengono da un legato testamentario del 1559 e dalle stesse Regole risalenti al 1764, allegata ad una supplica in pergamena del 1784, inviata al re Ferdinando IV per ottenere alcune integrazioni alle Regole approvate dallo stesso re il 30 ottobre 1776. Si sa che in questa Arciconfraternita "chiunque non fosse nobile, di costumi non plausibili, o che fosse stato cassato da altra Congregazione o inquisito attuale" non poteva essere iscritto alla medesima, e che il numero "33" dei Fratelli era veramente chiuso, nel senso che solo "sortendo la mancanza di taluno dei 33 Fratelli" si poteva ammettere un altro, dopo aver espletato le informazioni e dietro delibera della Congregazione.
Nella stessa Congrega non si riscontrano i prodromi di una attività previdenziale, come invece era predominante nelle altre, forse perchè i confratelli, appartenendo alla nobiltà, non avevano certo bisogno di assicurarsi contro il rischio della morte.
L' aspirante doveva presentare un memoriale al Priore che, dopo dovuti accertamenti, dava comunicazione alla Congrega e la invitava ad esprimersi con un voto segreto; cominciava così il periodo di noviziato che durava da 3 a 4 mesi.
Tra gli obblighi dei confratelli, oltre a quelli inerenti l' intervento alle funzioni religiose e la partecipazione alle processioni, vi era anche l' obbligo di accompagnare i condannati a morte fino al supplizio a spese dell' Arciconfraternita, invitando e associando i sacerdoti in numero opportuno.
Inoltre assicurava le solite Messe di suffragio e perseguiva solo fini di beneficenza, avendo a disposizione una rendita annuale di 600 ducati. Un altro obbligo specifico era quello di un maritaggio all' anno, assegnando 20 ducati ad una zitella orfana di Trani.
La Congrega nel 1784 chiese il Regio Assenso su dei capitoli integrativi dello statuto già menzionato nel 1766, dove si consentiva l' aggregazione anche alle donne che erano parenti dei confratelli, dietro versamento di due carlini al mese.
L' Arciconfraternita del SS. Sacramento apre sempre la processione del Sabato Santo portando il suo gonfalone, sul quale è riportata la scritta S.P.Q.R. (Senatus PopulusQue Romanus), che rievoca l' appartenenza di Trani all' Impero Romano all' epoca del Miracolo dell' Ostia trasformata in carne sanguinolenta.
per tale motivo l' Arciconfraternita organizza la processione, sopportando la spesa della cera.
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- Testo tratto dal volume "Le Confraternite tranesi" di Francesco Pagano, Trani, 2000.